Non poche volte raccontare serve per continuare a vivere
(Alberto M. Sobrero, L’istinto di narrare, Edizioni Nuova Cultura)

 

L’efficacia del metodo autobiografico nelle relazioni di cura è garantita dalla esatta sovrapposizione fra l’utilità dell’atto narrativo all’interno del proprio percorso di crescita, consapevolezza ed evoluzione personale e la necessità di narrare e di narrarsi che, soggettivamente, chiunque avverte, soprattutto quando sperimenta una condizione di fatica, confusione, disagio, sofferenza.

A un’estremità l’autobiografia è una tecnica maieutica che può essere utilizzata in qualunque contesto a prescindere dal grado di complessità: dall’animazione socio-culturale alla cura di disturbi gravi. All’altra estremità, l’autobiografia è un meta-strumento di analisi che consente di fare il punto sul percorso delle persone con il quale lo si utilizza. Fra un’estremità e l’altra si dipanano numerose possibilità e modalità applicative caratterizzate da un comune denominatore: il cammino interminabile verso la consapevolezza.

Grazie alla sua duttilità, il metodo autobiografico può essere adattato alle specifiche peculiarità del contesto all’interno del quale lo si utilizza e delle persone con le quali si opera: in progetti di animazione e promozione del benessere, in luoghi di accoglienza e cura, in percorsi e setting terapeutici, in interventi di empowerment. Molto particolarmente indicato per l’utilizzo in setting di gruppo, può essere altrettanto efficacemente utilizzato anche in nell’ambito di percorsi individuali.

Il metodo autobiografico nel lavoro di cura è un corso di formazione online, di livello introduttivo, sull’utilizzo del metodo autobiografico nel lavoro di cura e/o di aiuto. Al termine del corso i/le partecipanti disporranno di conoscenze teoriche e metodologiche sufficienti per progettare e gestire attività autobiografiche individuali e di gruppo.

Il corso ha una durata complessiva di 32 ore di formazione suddivise in 8 moduli della durata di 4 ore ciascuno e si tiene online in modalità sincrona e differita (le persone iscritte potranno rivedere ciascuna lezione nel periodo intercorrente fra la lezione stessa e la lezione successiva).
Compatibilmente con i limiti della formazione online, le lezioni dedicate alla metodologia autobiografica saranno supportate da alcune esercitazioni pratiche.

 

Senza narrazione l’evento non può essere riconosciuto, ripetuto, ritrovato; e il lavoro della coscienza diventa impossibile […] La narrazione si sottomette invece all’evento, lo racconta e ci prepara all’intelligenza di altri eventi.
(Rosella Prezzo, Pensare in un’altra luce. L’opera aperta di Maria Zambrano, Raffaello Cortina)

 

Felice Di Lernia, antropologo, è membro della Società Italiana di Antropologia Medica e della Società Italiana di Antropologia Applicata. Si occupa di pratiche autobiografiche dal 1988, in particolare in contesti di cura e di accoglienza sia come strumento di formazione che di supervisione. Conduce laboratori mirati per professioniste e professionisti della cura e corsi di formazione all’utilizzo del paradigma autobiografico nelle pratiche di cura.
Dal 2011, sul suo blog utilizza in prima persona il registro autobiografico per approfondire tematiche di antropologia della cura e della famiglia. Sempre utilizzando il registro autobiografico, per i tipi di Bordeaux Edizioni ha pubblicato nel 2015 Mio fratello è figlio unico (ma ha molti follower), Eppure il vento soffia ancora nel 2018 e Tieniti forte. Lettere al figlio che parte. Ha curato insieme a Mauro Croce l’edizione italiana dei testi fondamentali di Ignacio Martín Baró (a cura di Mauro Croce e Felice Di Lernia, La Psicologia della liberazione, Bordeaux Edizioni, 2018). Insieme a Maurizio Coletti ha curato l’edizione italiana della monografia di Roberto Pereira sulla violenza filioparentale (a cura di Maurizio Coletti e Felice Di Lernia, Tra segreto e vergogna. La violenza filioparentale, Bordeaux Edizioni). Una delle tre parti in cui è suddivisa la sua monografia Potere e dominio nelle pratiche di cura (Bordeaux Edizioni, 2023) è interamente dedicata al tema della narrazione e della metafora nelle pratiche di cura.
Operatore sociale dal 1980 al 2015, è stato promotore, fondatore e responsabile di importanti esperienze di lavoro sociale e di organizzazioni del privato sociale, anche di secondo livello. Tra le altre cose, è stato a lungo consigliere nazionale e vice presidente del CNCA – Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza. Dal 1992 opera in maniera continuativa, in Italia e all’estero, come formatore, supervisore, consulente. Ha insegnato Discipline DemoEtnoAntropologiche all’Università di Foggia. Ha collaborato e collabora con università e scuola di specializzazione. È tra i docenti del Corso di Alta Formazione in “Supervisione pedagogica: culture educative, competenze complesse, ricerca della bellezza” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

 

Per ulteriori informazioni, contattaci scrivendo a: cartografie@lacicloide.it